venerdì 28 febbraio 2014

....essere creativi......

Essere insegnati creativi, cercare di sviluppare il germe della creatività che è in noi e nei nostri alunni potrebbe aiutarci a far scaturire ed esprimere ciò che troppo spesso è nascosto e soffocato in ogni persona.

I tanti messaggi che provengono dai media inducono i giovani ad esprimersi sempre di più attraverso lo stereotipo.

Noi insegnanti lo constatiamo ogni giorno sia nelle produzioni grafico -pittoriche che nel linguaggio, nei comportamenti, nei gusti musicali dei nostri alunni.

Se essere creativi significa avere un pensiero divergente i nostri bambini al contrario ci appaiono sempre più omologati ai messaggi che percepiscono dall'ambiente esterno:

tutti amano gli stessi cartoni, gli stessi cantanti, gli stessi campioni dello sport arrivando ad imitare look improbabili.

Nei disegni infantili troppo spesso si ritrovano elementi riconducibili ai cartoni animati e poco di personale e così  lo stereotipo si appropria delle produzioni grafiche rendendole tutte simili.

Quindi? Per essere creativi basta far germogliare il seme della curiosità, far nascere la capacità di guardarsi intorno, di essere coraggiosi e motivati, di imparare a gestire al meglio le emozioni, pensare idee e conoscere i modi per scegliere quelle “giuste” e realizzarle?….Non è affatto semplice .

Nel mondo in cui viviamo ci sono troppi ostacoli, i mass media e i messaggi pubblicitari sono giganti contro i quali ogni sfida diventa ardua.

Il giocattolo super tecnologico ha preso il posto della bambola di pezza e del trenino di legno, il video gioco ha reso meno interessante il gioco all'aperto e definitivamente chiuso nel cassetto la discussione e il litigi, costruttivi, tra compagni di giochi in cortile tanto importanti nella formazione della personalità.

Perfino per far stare buoni i bimbi al ristorante , a partire dalla più tenera età, spesso i genitori permettono  loro di giocare compulsivamente con il il cellulare, per non parliamo di I-phone, I-pad che hanno trasformato i nostri stili comunicativi, portandoci progressivamente verso l'isolamento.
Ma se la creatività è quella “forza che ti spinge ad utilizzare in maniera innovativa oggetti tradizionali , che ti fa vedere il mondo in una prospettiva sconosciuta agli altri, che ti spinge a creare con un piatto di plastica e i rebbi delle forchette un sole meraviglioso o ti fa vedere in un calzino bucato un bellissimo burattino ….”, se è innata ma va stimolata giorno per giorno allora la scuola può fare ancora la sua parte ad esempio agendo indirettamente su essa, favorendo lo stabilirsi di climi psicologici e di stili relazionali che incoraggino la libera espressione, l'iniziativa personale, l'assunzione di comportamenti non omologati.
Se la creatività in qualche modo è un’arte come tale va assecondata in qualsiasi forma essa si presenti.
La creatività ti permette di riusare e riciclare, ti permette di esprimere te stesso in via del tutto eccezionale.
La creatività però spesso genera caos e disordine e per questo viene repressa e contenuta, basti pensare a cosa potrebbe succedere permettendo ai bambini di utilizzare tempere senza l'uso del pennello e del foglio.....

E qui assume una grande rilevanza l'importanza del confronto, tra stili di vita non sempre simili, tra esperienze sugli stessi temi e negli stessi campi affrontate negli stessi momenti temporali, ma con modalità diverse.
Dalla diversità di stili relazionali, espressivi e comunicativi scaturisce il confronto ed ecco che uno stesso tema può avere un approccio diverso , multiculturale, multiprospettico, multietnico.
Possiamo vedere negli altri quella creatività che magari in noi non è ancora emersa, può nascere la curiosità di sperimentare modalità di esecuzione e di approccio diverse, la voglia di condividere esperienze, di confrontare idee.
La progettualità arricchisce, modifica i comportamenti, stimola al lavoro nel gruppo, induce a sperimentare nuove idee, nuove strategie didattiche anche attraverso l'uso del mezzo tecnologico.

scatolone ????

.....io lo uso per disegnare!



Da qui nasce il nostro impegno nella progettazione europea, per confrontarci, crescere insieme elaborando gli stessi progetti, vedere nel lavoro degli altri la proiezione del nostro lavoro.
Se la creatività nasce dalle emozioni cosa ci può essere di più emozionante di sapere che stiamo lavorando nello stesso momento, anche se a grande distanza, attorno ad un progetto comune?
E' stimolante per i nostri alunni e anche per noi insegnanti sapere che un progetto elaborato durante un incontro di lavoro internazionale sta prendendo forma contemporaneamente in diversi Paesi con usi e tradizioni anche molto diversi, nasce un'empatia tra persone che neanche si conoscono ma che hanno comunque un fine condiviso.
Abbiamo realizzato in passato un progetto dal titolo ”Creatività ed emozioni per un'educazione alla pace”, è stato il nostro primo progetto europeo, per descriverlo bastano tre parole: amicizia, conoscenza, crescita, siamo ancora in contatto con i nostri partner e in questi anni attraverso la conoscenza reciproca, sempre nel solco dei progetti europei, siamo davvero cresciuti acquisendo una consapevolezza maggiore delle nostre potenzialità .
Per sentirci maggiormente vicini avevamo ideato il “ Quaderno viaggiatore” che viaggiava davvero tra le diverse scuole del progetto , quando arrivava per posta era un'emozione sfogliare le sue pagine.
Al “Quaderno viaggiatore” i ragazzi affidavano i loro pensieri, condividendo con i loro pari le più belle esperienze che avevano vissuto, si scambiavano auguri ed idee.
Lo conserviamo ancora con cura è un quaderno bellissimo, colorato, pieno di idee, di pensieri, di frasi di amicizia scritte col cuore, niente dello stereotipo si ritrova in esso, è fresco e genuino.
Negli anni siamo andati avanti sempre con la consapevolezza che dalla condivisione e dal confronto possiamo davvero allargare i nostri orizzonti e ci siamo accorti che anche la creatività nelle idee e nella realizzazione di opere è aumentata in modo esponenziale così ora per tutti noi è più facile vedere in un calzino bucato un bellissimo burattino.


MARSEILLE C'EST MARSEILLE!

Ed eccoci di nuovo insieme...che emozione!
Il gruppo Comenius si è ritrovato in Francia , dal primo al sei febbraio 2014, presso la Scuola Saint-Louis-Gare nel corso del secondo meeting del progetto "Pace nei cuori, pace nei cortili: europeizziamoci".
 Si sono approfondite vecchie conoscenze e si sono creati nuovi legami con altri insegnanti e..... il gruppo si allarga!

LA SCUOLA SAINT-LOUIS-GARE

 L'accoglienza presso la scuola è stata allegra e colorata , i bambini ci hanno salutato sventolando tante bandierine colorate che avevano preparato per noi .


 Ci sono stati momenti di lavoro e altri di condivisione:
  le visite alle classi, dove abbiamo potuto osservare i ragazzi e gli insegnati durante le lezioni;
il gioco con i bimbi nel cortile,dove  è stato divertente  e stimolante giocare i "nostri giochi" con i bambini francesi.



LA RIUNIONE DI LAVORO
La riunione di lavoro è stata proficua anche se non sono mancati   momenti di discussione dovuti a convinzioni ed idee diverse, ma, grazie allo spirito che anima gli insegnanti Comenius, questi momenti sono stati superati positivamente attraverso il confronto e la capacità di mediazione.
Non è sempre facile lavorare insieme quando lingua,  idee,  cultura e tradizioni  sono differenti ma il fine della progettualità europea è proprio quello di riuscire a superare queste differenze per raggiungere obiettivi comuni così  ciò che in un primo momento può apparire come un ostacolo si rivela essere una risorsa ed un arricchimento per tutti.
L'essenziale e riuscire a calarsi nei "panni" degli altri, mettersi da un diverso  punto di vista e cercare tutti di fare un piccolo passo verso l'altro rinunciando ognuno a qualcosa, un minimo  sacrificio che vale la pena fare quando il risultato è raggiungere una maggiore  consapevolezza e coesione nel gruppo stesso.
 Questa è  la scommessa da vincere: superare le difficoltà attraverso la conoscenza reciproca, imparare ad apprezzare l'altro anche quando il suo pensiero e le sue convinzioni sono molto diverse dalle nostre, saper andare incontro all'altro pur non condividendone  le idee ma cercando di  comprenderne  l'importanza.
Alla fine ci siamo riusciti il gruppo è rimasto compatto e tutti insieme andremo avanti.

LA CITTA'

E poi la città: Marseille.... c'est Marseille!
 Una città a perdita d'occhio una città di porto, col fascino che ne deriva, una città  che  la mescolanza di  razze, religioni, culture, storie, colori e  sapori, rende così affascinante.
Il  mare, le nuvole ed  e il vento sempre in movimento stimolano lo spirito e la curiosità del visitatore che con occhio attento può scoprire  in ogni angolo una nuova sorpresa.

Panorama

mare

sapori

nuvole

ARRIVEDERCI!!!!